S
piega Alessandro Schie-
saro: “Il Campus vive
oggi unmomento diffici-
le perché soci e sostenitori sto-
rici hanno meno fondi da met-
tere a disposizione. Si tratta di
una fase, speriamo, transitoria
e di breve durata. Adesso è in-
dispensabile che sia ribadita la
sua funzione strategica per la
città e il territorio. Vanno ricer-
cati altri sostenitori, soprattut-
to tra i privati. Il Campus è una
risorsa per tutti, ma soprattut-
to per le imprese. È ilmomento
di riconoscerlo anche con fatti
concreti”. Schiesaro è il presi-
dente di Spes, la società savo-
nese che ha promosso e gesti-
sce il polo universitario.
Attualmente impegnato aMan-
chester per prestigiosi incari-
chi universitari, sul futuro del
Campus il professore - presi-
dente richiama le istituzioni li-
guri al pragmatismo. Lo fa con
stile inglese, senza troppi giri
di parole: “Non credo ci siano
state incomprensioni sul ruolo
dell’Università a Savona. Il pro-
blema è stata piuttosto laman-
canza di coraggio nell’indicar-
la come priorità anche quando
c’erano i soldi. Il Campus rice-
ve oggi meno, in cifra assoluta,
di quanto riceveva 20 anni fa, e
allora in funzione c’erauna sola
palazzina. La crescita è avvenu-
taquasi tutta con fondi propri o
finanziamenti esterni, così oggi
i tagli vanno a colpire una con-
tribuzione già insufficiente. È
una situazione che va corret-
ta. Bisogna saper scegliere, so-
prattutto nei momenti di cri-
si. Nel 2017 la Fondazione De
Mari darà al Museo della cera-
mica 8 volte il contributo che
assegnerà al Campus. Chi può
deve decidere quale è la strate-
gia di sviluppo di Savona. Fare
un po’ di tutto significa alla fine
non fare niente di duraturo”.
Alessandro Schiesaro sottoli-
nea i successi e la crescita co-
stante del Campus da quasi tre
decenni. Ora, però, il momen-
to della svolta pare prossimo:
“L’università savonese funzio-
na, e bene. Va superato unmo-
mento difficile senza rinuncia-
re all’impulso strategico che
Savona ha sempre sviluppato
in sinergia, ma con una pro-
pria visione, con l’Università
di Genova. Se oggi abbiamo un
centro di ricerca all’avanguar-
dia nel settore dell’energia, per
esempio, lo si deve proprio a
questa interazione virtuosa.
Sarebbe sbagliato rinunciarci”.
Unmessaggio condiviso anche
da Federico Delfino, delegato
del rettore per il polo di Savo-
na. Il giovane professore non
usa toni catastrofici e prova a
inseguire una tesi di speranza:
“La situazione è sotto gli oc-
chi di tutti. La Camera di Com-
mercio ha risorse di bilancio
dimezzate, il Comune è in pre-
dissesto e la Fondazione vive
un momento particolare. Tut-
tavia, l’Università di Genova,
proprietaria di questo gioiel-
lo, resta consapevole di quanti
traguardi su didattica e ricerca
siano stati raggiunti grazie alle
potenzialità del Campus. Oltre
le preoccupazioni ovvie, vedo
un domani di soddisfazione”.
Inmezzoal guadodelledifficol-
tà economiche, chiara e convin-
ta è l’esortazione di Alessandro
Berta attuale vice presidente
di Spes e direttore dell’Unione
Industriali: la sinergia tra Uni-
versità e mondo dell’impresa
ha rappresentato da sempre la
verae storica forzadel Campus.
Da lì diventa necessario prose-
guire: “E’ peraltro fondamenta-
le che l’Università dica convin-
tamente che crede nel Campus
e suquestononhodubbi, e che,
visti anche gli enormi sacrifici
fatti fino ad ora dai soci, chia-
risca e formalizzi gli impegni
per il futuro e li consolidi in un
accordo strategico che veda
da una parte i soci savonesi,
dall’altra Unige. L’accordo do-
vrà riguardare sia i contenuti
delle attività curriculari, sia il
ruolo di Spes, ma, fondamen-
talmente, su quali settori pun-
tare, e, in particolare, chiarire
che il percorso di rafforzamen-
to del ruolo di creazione di in-
novazione e start-up insinergia
traprivato, pubblicoeuniversi-
tà non verrà abbandonato, ma
anzi perseguito ancor di più. Di
certo, i soci savonesi non pos-
sono abdicare, e non penso lo
faranno, al ruolo di guida stra-
tegica, vincolante, per l’attività
di Unige a Savona”.
“Considerato, inoltre – con-
clude il vicepresidente Spes -,
che il campus esiste grazie ai
soldi dei cittadini savonesi e
delle imprese savonesi, e che
per un momento di difficoltà
gli enti locali non possono più
sostenerlo in misura analoga
al passato, spero che nessu-
no in Unige si immagini di di-
sporre del Campus a proprio
piacimento, senza condivide-
re le scelte strategiche con chi,
imprese e cittadini, ripeto, ha
messo milioni di euro in quel-
la struttura per farla nascere e
sviluppare”.
SAVONA IMPRESA
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A 25 anni dalla sua nascita il Polo
didattico e di ricerca colleziona consenso
e riconoscimenti, ma rischia una crisi
gestionale a causa dei sempre minori apporti
di fondi da parte degli enti savonesi
Sempre meno risorse pubbliche per il Campus di Legino
Un patto da rinsaldare
tra Savona e Università