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al 21 settembre scor-
so, i territori di 21 co-
muni savonesi, ovve-
ro i 18 della Valle Bormida più
Villanova d’Albenga, Vado Li-
gure e Quiliano, sono stati in-
seriti per decreto – su istanza
della Regione Liguria - nell’A-
rea di Crisi Complessa della
provincia di Savona. Per i
21 Comuni individuati si è
quindi avviato l’iter di pre-
disposizione dei Progetti di
Riconversione e Riqualifica-
zione Industriale (PRRI) delle
aree al fine di favorire: la ri-
presa delle attività industria-
li; la salvaguardia dei livel-
li occupazionali; il sostegno
dei programmi di sviluppo;
l’attrazione di nuovi investi-
menti; e la riqualificazione e
il recupero ambientale. Un
obiettivo di ripresa economi-
ca che dovrà essere persegui-
ta con un’azione congiunta tra
Amministrazioni centrali e re-
gionali rivolta ad attivare i di-
versi strumenti che dovranno
essere messi in campo.
Il decreto del ministro per lo
Sviluppo Economico Carlo
Calenda sottolinea che per il
rilancio dell’area, insieme al
potenziamento del sistema
infrastrutturale necessario
in quanto l’area savonese è
strategicamente in posizione
di cerniera per i collegamen-
ti tra Italia Francia e Spagna,
occorre consolidare i setto-
ri produttivi di riferimento
rappresentati dalle due filie-
re dell’Energia e dei Trasporti
(logistica e produzione).
Il perdurare della crisi eco-
nomica a livello territoriale
richiede inoltre l’adozione di
“interventi eccezionali di po-
litica attiva e riqualificazione
dei lavoratori espulsi dal ciclo
produttivo”, anche perché “gli
effetti della crisi non risulta-
no risolvibili unicamente con
risorse e strumenti di com-
petenza regionale” mentre,
conclude il decreto ministe-
riale, “con il riconoscimento
della complessità della crisi
si creano sinergie ai diversi
livelli istituzionali volte a fa-
vorire e sostenere processi di
innovazione, di riqualificazio-
ne energetica, di attrazione
nuovi insediamenti, di azioni
di marketing territoriale, di
azioni di inclusione sociale”-
“L’Area di Crisi Comples-
sa – ha sottolineato il presi-
dente dell’Unione Industriali
Elio Guglielmelli – compren-
de le zone del nostro terri-
torio che più hanno sofferto
nell’ultimo decennio, arri-
vando già da una situazione
di crisi dell’industria chimi-
ca risalente agli anni ’90. Ma
l’ottenimento della dichiara-
zione di ‘area di crisi’ non è e
non può ridursi ad un mero
rallentamento di un destino
già segnato di deindustrializ-
zazione del territorio. Per noi
è, al contrario, lo strumento
che serve per fa sì che possa-
no realizzarsi nuovi investi-
menti”. In aggiunta a quelli,
per un miliardo di euro, che
le imprese industriali stanno
mettendo in gioco in provin-
cia di Savona.
L’Area di Crisi deve permette-
re il rilancio, la ricerca di nuo-
vi investitori, ma anche soste-
nere chi, oggi, deve decidere
se investire o meno sulle uni-
tà produttive già presenti sul
territorio oppure ricollocarle
in altre zone. “Qui si può an-
cora investire – ha affermato
Guglielmelli -. Sul nostro ter-
ritorio troviamo ancora com-
petenze umane, un’attitudine
al lavoro e una produttività
paragonabile alle grandi aree
industriali. Dobbiamomante-
nere vive queste competen-
ze. E in questo, la Regione
Liguria ci sta accompagnan-
do nella sfida di costruire
un sistema realmente desti-
nato a mantenere e formare
le professionalità essenziali
per l’impresa, piuttosto che
distribuire a pioggia attività
formative, a volte inutili”.
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Decreto ministeriale per interventi di rilancio in 21 comuni della provincia
L’area di crisi è utile
se si potrà investire
Sopra, da sinistra, Bombardier
Trasportation di Vado Ligure e
Piaggio Aerospace di Villanova
d’Albenga; sotto Tirreno
Power, tra Vado e Quiliano: tre
punti nodali dell’Area di Crisi
Complessa