L
a politica del Paese
non può prescindere
dall’economia perché
se vuoi avere grandi obietti-
vi politici devi avere grandi
spiegazioni economiche. Con-
siglio a chi cerca il consenso
di farlo precedere dallo svi-
luppo, solo così potrà centra-
re consenso di lungo termine
senza rischiare che svanisca
nel giro di qualche mese. Pa-
role nette quelle del presiden-
te di Confindustria, Vincenzo
Boccia, dal palco dell’assem-
blea di Savona. Un intervento
apprezzato anche dal gover-
natore della Liguria, Giovanni
Toti che si è concentrato sulle
tempistiche burocratiche non
al passo con le esigenze delle
imprese e sulla visione futura
del territorio savonese.
“Scontiamo la lentezza di una
macchina che non permette
la definizione di progetti già
incanalati da oltre tre anni e
tuttora non cantierati. Inoltre
Savona, come tutto il Paese, fa
i conti con lamalattia endemi-
ca dei ricorsi. Su quest’area,
che ha pagato pesantemen-
te il peso della deindustria-
lizzazione, si sta comun-
que oggi delineando
un orizzonte di luce
con alcuni traguar-
di già definiti nelle
ultime settimane
specie nel
com-
prensorio Vadese. Poi, ci sono
criticità che mi preoccupano
non poco e in cui viene richie-
sta grande chiarezza da
parte del governo. Una
politica economica
seria è quella che ga-
rantisce prospettiva
di lungo ter-
mine come
in questo
P a e s e
non è
s t a - t o
fatto da molto tempo”.
La chiusura della giornata è
stata affidata ancora a Vincen-
zo Boccia, con un intervento
rivolto alle tematiche nazio-
nali. La sua è stata un’anali-
si critica alla manovra messa
in campo dall’esecutivo: “Di-
cono di volere la crescita, ma
poi chiudono i cantieri. C’è un
problema grosso come una
casa di semplificazione del
Codice degli Appalti, dalla Tav
alla questione
del Ponte Mo-
randi, fino al
Terzo Vali-
co. Si vuole la
crescita e si
depotenzia In-
dustria 4.0 che
era un provve-
dimento che
incideva sui
fattori della
competitivi-
tà, non chie-
deva scambi
alla politica e
indirizzava la
politica fiscale
verso un’indu-
stria ad alto valore aggiunto,
ad alta intensità di produtti-
vità e d’investimento”.
E ancora: “Si vuole la crescita
e si dimezza il credito d’impo-
sta per la ricerca e sviluppo. Si
vuole la crescita e non si par-
la di un innalzamento dell’im-
porto del fondo di garanzia
per permettere alle impre-
se un flusso di credito. Si
vuole la crescita e si parla
degli imprenditori come
prenditori, perché ormai
siamo alla ricreazione,
ma non si parla
dei pagamenti
della pubblica
dell’ammi-
nistrazio-
ne verso
le im-
prese che quotano 65 miliar-
di di euro. Si vuole la cresci-
ta e non c’è nulla rispetto ai
pil che possono andare come
flusso verso le aziende anche
non quotate”.
Poi ha affondato: “Si vuole la
crescita e si definisce un red-
dito di cittadinanza per i gio-
vani, di cui non contestiamo
l’impianto, perché è eviden-
te che nel Paese occorre ri-
durre i divari, ma il processo.
Ti devono fare tre proposte
per poi rinunciare al reddito
di cittadinanza, in particola-
re nel Mezzogiorno, dove ab-
biamo una disoccupazione al
34%, e se ti arriva una propo-
sta è già un miracolo. Ma c’è
di più: 780 euro per lavora-
re 8 ore a settimana quando
un ragazzo di primo impiego
ne prende 900 e deve lavora-
re 40 ore. Ci hanno criticato
perché hanno detto che noi
diamo uno stipendio troppo
basso. Vorrei ricordare che
ai 900 euro pagati dalle in-
dustrie ai giovani di primo
impiego si deve aggiungere
il 70% di contributi e tasse.
Se con lucidità intervenissi-
mo sul cuneo fiscale, riducen-
do drasticamente tutto quel
carico che grava sui giovani,
ecco che si capirebbe che non
dovremmo esercitare alcun
mea culpa. Se una colpa ab-
biamo è quella di creare la-
voro e occupazione
e questa, in Italia,
ce la prendiamo
tutta”.
SAVONA IMPRESA
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Tra gli interventi di respiro nazionale in
Assemblea, quelli del governatore della
Liguria Giovanni Toti e del presidente
di Confindustria Vincenzo Boccia sono
andati alla radice dei problemi che frenano
l’Italia, la Liguria e Savona
Industriali in Assemblea
Gli interventi di Giovanni Toti e Vincenzo Boccia
La ricerca del consenso
frena progetti e sviluppo