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a la crisi e la bu-
rocrazia italiana
frenano la vostra
attività? “Noi veniamo dall’Ar-
gentina, non ci spaventa nul-
la”. Santiago Herrero rispon-
de con una battuta sfoggiata
in quel italiano con inflessio-
ne latino americana che ti fa
capire come qualsiasi pro-
blema affrontato con serietà
può essere risolto. E’ l’ammi-
nistratore unico della Socie-
tà Matrunita Mediterranea,
filiale italiana del gruppo Pa-
rodi Apicultura. Opera all’in-
terno del capannone ex Fiat
sulle aree dell’interporto di
Vado Ligure. Tre filoni di im-
presa: trading, l’esportazio-
ne e la lavorazione del miele.
“L’obiettivo del nostro grup-
po mira al passaggio dall’8 al
10% del commercio interna-
zionale che prevede un volu-
me pari a 45 mila tonnellate”
dichiara senza nascondersi
il dirigente. E’ la storia di un
emigrante partito dal comune
genovese di Mele, quella che
ha prodotto l’impero oggi at-
tivo anche nel savonese con
quindici persone comprese
le unità impegnate in ricer-
ca nel vicino Piemonte. “Sia-
mo arrivati alla quinta gene-
razione rispetto al fondatore
Giobatta Parodi. Oggi servia-
mo tutto il mondo” rivelano
a Vado. Il 40% del fatturato
complessivo viene prodot-
to negli Stati Uniti d’Ameri-
ca. Tuttavia Matrunita, che in
aramaico significa regina, rag-
giunge un giro d’affari di 22
milioni puntando molto sulle
frontiere asiatiche e del nord
Europa: “Crescite significati-
ve in Giappone, Arabia, Cina,
Russia, Ucraina, Romania e
pure in Brasile”. Tra lo stabi-
limento a due passi dal mare
vadese scopri pure che la nuo-
va sfida guarda all’Etiopia: “Lì
stiamo aprendo una filiale, il
paese africano costituisce il
nono produttore di miele al
mondo”.
Santiago Herrero sfoggia i
concetti del fondatore parti-
to da Mele. Li adatta alla mo-
dernità del 2013 e dice: “Pre-
stiamo molta attenzione alla
qualità del lavoro anche nei
paesi più lontani dall’Europa
e al tempo stesso mettiamo
un grande impegno perché i
requisiti dei nostri prodotti
siano di prima fascia”. Matru-
nita lavora in modo sostan-
zioso con i massimi produtto-
ri dell’industria dolciaria, ma
non tralascia il comparto far-
maceutico. Dopo il ritorno in
Italia fortemente voluto dal-
la famiglia con il polo vade-
se, ecco l’investimento da due
milioni di euro fondamenta-
le per primeggiare nel setto-
re. L’amministratore unico lo
mostra con grande orgoglio:
”Serve per il trattamento del
miele in fusti della capacità di
240 quintali al giorno. L’im-
pianto è stato realizzato da
Demont e può lavorare in con-
tinuo con la supervisione di
un solo operatore. Principa-
le peculiarità è quella di con-
sentire l’estrazione del miele
ancora allo stato solido, che
offre l’opportunità di ridurre
drasticamente costi e tempi di
produzione”. Insomma, il gio-
iello della tecnica.
Intanto, a Vado Ligure è ar-
rivato ora anche un general
manager: “La dimensione
della nostra realtà è ormai
significativa. Importante che
l’ingranaggio giri in modo
costante e per questo c’è bi-
sogno di una persona dedi-
cata a tale funzione. Tutta-
via curare nel dettaglio ogni
cliente non è faccenda di mi-
nor conto e a questo dovrò
provvedere personalmen-
te” rivela Herrero. Guarda
l’orizzonte, l’amministrato-
re innamorato del savonese.
La vicinanza al mare può aiu-
tare anche il miele: “Oggi il
commercio viaggia molto su
gomma, i nuovi investimen-
ti portuali a due passi dallo
stabilimento potranno favo-
rire anche la nostra espan-
sione. In fondo, anche se voi
qualche volta lo dimenticate,
la Liguria resta pur sempre il
cuore dell’Europa”.
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Fabbrica del gruppo italo - argentino Parodi nell’interporto di Vado Ligure
Cinque generazioni fa, Giobatta Parodi
partì emigrante da Mele verso il Sud
America, dove mise le fondamenta di
un impero industriale. E oggi i suoi
eredi sono tornati a produrre in Liguria
con un impianto innovativo
La regina del miele
si chiama Matrunita