L
a svolta sulla riforma
del sistema in Confin-
dustria è giunta a inizio
autunno. Un nuovo cambia-
mento, dunque, sintetizzato
in tre indirizzi. Il primo pre-
vede una maggiore attenzio-
ne all’Europa, con un rafforza-
mento della sede di Bruxelles
che diventa a tutti gli effetti
la seconda casa di Confindu-
stria. Il secondo riguarda la
ridefinizione del perimetro
associativo, rafforzando il
concetto che il cuore dell’as-
sociazione è costituito dal-
le imprese di produzione di
beni (manifattura) e dalle im-
prese di produzione di servizi
a organizzazione complessa.
Infine, una diversa e nuo-
va organizzazione territoria-
le che segue lo schema delle
interlocuzioni istituzionali
“Europa-Stato-Regione”. E su
questo punto è chiamata a in-
terrogarsi anche l’Unione In-
dustriali di Savona. La visione
centrale mira al superamento
dell’attuale suddivisione per
province. Il passaggio è an-
che semantico: da “Associa-
zioni Territoriali” si passa ad
“Associazioni di Territorio”.
Infatti, l’idea è il passaggio a
una territorialità “flessibile”,
espressione di maggiore pros-
simità alle imprese caratteriz-
zata da una effettività e uni-
tarietà della rappresentanza
degli interessi degli associa-
ti nelle sedi di maggiore rile-
vanza ossia le sedi regionali. Il
documento di riforma ha indi-
cato, come modello a tendere,
il “perimetro regionale” volto
a rafforzare l’interlocuzione
delle rappresentanze territo-
riali con la Regione. La rifor-
ma, peraltro, non individua
“schemi predefiniti”. Le scelta
viene, infatti, lasciata alle sin-
gole associazioni territoriali,
con forti elementi di flessibi-
lità alla ricerca della miglio-
re formula aggregativa. Unico
vincolo posto dalla riforma è
che l’aggregazione sia tra as-
sociazioni della medesima
regione. Ma ferma restando,
comunque, la possibilità di
stipulare accordi su specifici
servizi tra associazioni di di-
verse regioni che siano legate
da vincoli di prossimità geo-
grafica ed economica. Il nuo-
vo modello è comunque “in-
clusivo”: tutte le associazioni,
infatti, anche quelle che non
si aggreghino o restino sotto
le soglie che garantiscono un
posto nell’organo allargato
centrale rimangono associa-
te effettive di Confindustria,
con pieno diritto di parteci-
pazione alla vita associativa.
Insomma, un modello flessi-
bile, non obbligatorio, con un
meccanismo aggregativo pre-
miale transitorio per i sogget-
ti che stipulano protocolli di
aggregazione. Il documento
prevede un percorso che do-
vrebbe giungere a regime in
tre anni. Tra le novità, la ri-
forma prevede una semplifi-
cazione e la riformulazione
del ruolo delle Confindustrie
Regionali che assumeranno
il ruolo di “Rappresentanze
Regionali” ossia sedi di rac-
cordo tra associazioni di ter-
ritorio e associazioni di setto-
re, con una struttura leggera
e flessibile che utilizzi, anzi-
ché personale proprio, le ec-
cellenze e il personale delle
singole territoriali. Nell’otti-
ca dell’alleggerimento delle
rappresentanze regionali, ne
viene semplificata la “gover-
nance” prevedendo un unico
T R I M E S T R A L E D E L L’ U N I O N E I N D U S T R I A L I D E L L A P R O V I N C I A D I S AV O N A
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N.4 2013 - euro 1,50
La nuova Confindustria elaborata dalla
Commissione Pesenti e approvata
all’unanimità dalla Giunta nazionale,
è stata al centro dell’Assemblea di
dicembre dell’Unione Industriali di
Savona. La Confederazione è stata
ridisegnata dalle fondamenta
intorno a tre parole d’ordine:
valori, efficienza e partecipazione
Segue a pag. 2
L’Unione Industriali
cambia per crescere