“Quando la tecnologia incontra
il talento. Scegliere la scuola,
trovare il lavoro: suggerimen-
ti dal mondo delle imprese”. E’
stato questo il titolo dell’even-
to savonese della XXII Giornata
Nazionale Orientagiovani, or-
ganizzato dal Gruppo Giovani
dell’Unione Industriali di Savo-
na, che si è svoltomercoledì 25
novembre, sulla Fortezza del
Priamàr, nella sala convegni
del Palazzo della Sibilla gre-
mita da circa 300 tra studen-
ti e insegnanti della provincia.
Protagonista assoluto il lavoro,
declinato nella sua componen-
te più qualificata e testimonia-
to ai ragazzi dai rappresentanti
di alcune prestigiose aziende
del Savonese. Parola d’ordine:
“Mettetevi in gioco”.
T R I M E S T R A L E D E L L’ U N I O N E I N D U S T R I A L I D E L L A P R O V I N C I A D I S AV O N A
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N.4 2015 - euro 2,30
La carica dei 300
a Orientagiovani
L’Unione Industriali di Savona contro la “bozza Delrio”
D
irettoreBerta, Savo-
na ha combattuto la
fusione con Genova.
La riforma tuttavia è andata
avanti e qual’è il vostro giu-
dizio su come si appresta a
chiudersi?
Se la “riforma” è quella che
qualcuno ha voluto far “gira-
re” nelle scorse settimane, il
giudizio non può che essere
assolutamente negativo. E’ il
peggior testo di modifica della
legge 84/94 circolato nell’ulti-
mo decennio e denuncia una
palese necessità di dire che
“si riforma” perché altrimenti
il Paese muore, senza doman-
darsi se è davvero così e sen-
za sapere di cosa si parla. Per
fortuna, per parola dello stes-
soMinistro Delrio, si sono resi
conto che, almeno nelle parti
“operative” hanno scritto una
marea di stupidaggini, e la co-
siddetta “riforma”, come si po-
teva immaginare, si è fermata
a Palazzo Chigi, dove qualcuno
che ragiona ancora è rimasto.
Cosa vi spaventa di questa
riforma?
Di questa “riforma” spaven-
ta soprattutto il fatto che non
è una vera riforma. Che sulla
84/94 occorresse fare manu-
tenzione è evidente, ma questa
riformetta, nei fatti e nellemo-
tivazioni sbandierate, ha un
unico effetto: fonde per incor-
porazione il porto di Savona in
quello di Genova e il porto di
Salerno in quello di Napoli. Del
resto stanno lì i grandi elettori
delle associazioni nazionali di
settore e molti deputati e se-
natori “di peso”. Per cui è evi-
dente che nessuno di questi
dirà mai, in pubblico, che que-
sta riforma è un pasticcio che
non risolve nulla perché non
risponde alla vera domanda:
a cosa servono i porti, perché
sono diversi tra loro e cosa
possiamo fare permigliorarli?
Come a dire che alMinistero
non conoscano la funzione
dei porti in Italia?
I porti, in Italia, debbono ave-
re due funzioni fondamentali,
una per la manifattura e una
per il terziario. Per la mani-
fattura debbono essere il can-
cello di ingresso delle mate-
rie prime e dei semilavorati
necessari per le nostre pro-
duzioni e il terminale per fa-
vorire il più possibile l’export
della nostra manifattura, dei
nostri macchinari. E, secondo,
i porti debbono essere il vei-
colo di crescita del terziario e
del commercio, quali termi-
nali di ingresso dai paesi ex-
traeuropei dei beni di consu-
mo corrente da distribuire sul
territorio. Se riusciamo a dare
efficienza ai porti e al sistema
burocratico amministrativo
che gli sta intorno e al sistema
logistico e infrastrutturale alle
loro spalle, siamo già a buon
punto. Dopo di che, si può pro-
vare a competere con i porti
Porti, la riforma
è un’altra cosa
Servizi a pagina 2
Il direttore dell’associazione
degli imprenditori, Alessandro Berta,
sottolinea le lacune di un documento
che “si riduce a cancellare le Autorità
di Savona e Salerno, dimenticando i nodi veri:
investimenti, infrastrutture,
controlli sulla merce”
Servizi alle pagine 8 e 9