SAVONA IMPRESA
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L
o sviluppo della por-
tualità savonese nei
prossimi anni deve
passare dalla Darsena Alti
Fondali. E’ il messaggio usci-
to dalla tavola rotonda orga-
nizzata dall’Unione Utenti del
Porto di Savona sulla fortez-
za del Priamar. Tra i relatori
l’assessore regionale alle in-
frastrutture Raffaella Paita,
l’assessore provinciale allo
sviluppo economico Giorgio
Sambin, il sindaco Federico
Berruti, il presidente dell’Au-
thority Gianluigi Miazza, il
presidente della Camera di
Commercio Luciano Pasqua-
le e il direttore dell’Unione
Industriali Alessandro Ber-
ta. Tutto a margine dell’as-
semblea che ha eletto nuovo
presidente dell’associazione
Massimo Brandi, manager del
Gruppo Campostano e ammi-
nistratore delegato di Savona
Terminals.
Brandi resterà in carica per il
prossimo biennio raccoglien-
do il testimone da Giancarlo
Porretti che ribadisce la ne-
cessità di compattezza tra le
istituzioni cittadine: “Questa
esigenza sarà ancora più evi-
dente nell’immediato futu-
ro. Obbligatorio mettersi alle
spalle le divergenze nate per
la successione di Rino Cana-
vese e lavorare con unità al
riempimento della zona 33,
oggi la più strategica dell’in-
tero porto”. Brandi, che sotto-
linea come Savona abbia fatto
miracoli nel rapporto tra lo
spazio a disposizione e i risul-
ti ottenuti, usa ancora mag-
giore schiettezza: “Termina-
ta l’operazione di Vado, nel
prossimo trienniononpossia-
mo pensare di costruire ope-
re faraoniche. Mancano i sol-
di. E quindi la priorità diventa
far funzionare quello che ab-
biamo. Il breve periodo è ca-
ratterizzato dalle novità del-
la piattaforma Maersk per lo
s c a l o
di Sa-
vona e
da Cala-
ta Bettolo
per Geno-
va. Sull’ar-
co del Nord
Tirreno altro
non è previ-
sto. Il do-
mani commerciale di Savona
è rappresentato quindi dalla
Darsena”. E la sintesi della co-
munità portuale giunge attra-
verso l’intervento di Alessan-
dro Berta: “Per traguardare il
medio periodo, il porto com-
merciale di Savona deve otti-
mizzare gli spazi. E nel farlo
dovrà sfruttare per lo stoc-
caggio le aree del terrapie-
no ex Italsider verificando la
possibilità di rendere l’attua-
le diga foranea una reale ban-
china di carico e scarico anche
se non di stoccaggio, allunga-
re la calata Boselli per miglio-
raregli accosti carbonieri libe-
rando le aree 30 e 31 per le
navi tradizionali e pensando
ad alcuni pennelli fuori diga
per le rinfuse liquide. Sull’u-
scita dal porto di Savona è
importante per la merce che
viaggia verso nord est il col-
legamento con l’Aurelia Bis
all’altezza della Margonara.
Su Vado il casello all’uscita
dell’attuale variante. Ma non
dobbiamo dimenticare il sof-
tware, ossia i tempi di uscita
dal porto indipendenti dal-
le infrastrutture viarie e fer-
roviarie. E’ un tema che ri-
guarda tutti i porti italiani di
quest’arco. L’asse viario e fer-
roviario sud-nord, il corridoio
Genova-Rotterdam tanto per
chiarire, se è
vero che può rendere mol-
to interessanti i nostri porti
deve fare i conti con un’usci-
ta dai porti delle merci che
annulla la distanza tra il Me-
diterraneo e il nord Europa.
Già oggi molti nostri impren-
ditori preferiscono sbarcare
al nord o a Koper e caricare
le merci per farle arrivare
sui nostri mercati o nelle loro
manifatture, piuttosto che at-
tendere la nostra burocrazia
o la carenza di personale del-
le amministrazioni preposte.
I porti lavorano ventiquattro
ore su ventiquattro, non si
può pensare che le ammini-
strazioni preposte facciano
l’orario d’ufficio. Tutti i termi-
nal dell’arco ligure e nord tir-
renico sono fortemente pre-
occupati. Occorre lavorare
quindi sulla semplificazione e
velocizzare l’uscita dellamer-
ce dai nostri porti, per evita-
re che un’opportunità, ossia
essere collegati con i merca-
ti più importanti dell’Europa,
si trasformi in un problema”.
Darsena Alti Fondali e piattaforma Maersk
di Vado (a fondo pagina) le priorita’ del
porto secondo l’Unione Utenti. In basso
uno scorcio degli operatori in assemblea
alla Sibilla
La scommessa
del porto:
dopo Vado
gli Alti Fondali
Assemblea dell’Unione Utenti: Massimo Brandi nuovo presidente